LE ELETTRONICHE AUDIO HI-FI REVAC

A cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso erano ancora protagoniste le valvole termoioniche, come ad esempio i triodi ECC83 per la preamplificazione e i pentodi EL34 e EL84 per la potenza. Negli amplificatori Hi-Fi il suono era strettamente legato alla qualità dei trasformatori di uscita, normalmente complessi, pesanti e costosi


Per queste ragioni i progettisti pensavano di eliminarli grazie all’impiego dei nuovi dispositivi a stato solido che stavano apparendo sul mercato. I primi amplificatori ad arrivare, essenzialmente americani e inglesi, avevano caratteristiche attraenti. Ma quelli con transistor finali di potenza al germanio, dal suono pulito e naturale, avevano potenze ridotte e insufficienti per i nuovi compatti altoparlanti a sospensione pneumatica. Quelli ben più potenti, equipaggiati con transistor al silicio, avevano un suono che un orecchio sensibile non apprezzava a causa di una certa asprezza. Inoltre, non risultavano affidabili in presenza di sovratensioni o di cortocircuito delle uscite.


Superare questi problemi fu l’ambizioso obiettivo della tesi di laurea di uno degli studenti che, insieme agli amici, partecipò alla realizzazione pratica di un originale prototipo di finale di potenza costruito nei laboratori del Politecnico di Torino, asseverato inoltre dagli strumenti dell’Istituto Nazionale Galileo Ferraris.


Nacque così il primo amplificatore Revac, il modello UP 200 di costruzione professionale: affidabile, con moduli a innesto per rack standard e con prestazioni da primato, 200 watt continui e distorsioni ridottissime su tutta l’ampia gamma di frequenze, che ben presto si diffuse in studi di registrazione, teatri e nelle più raffinate discoteche di alto livello che si stavano affermando nei primi anni ‘60.


L’accoglienza del mercato dovuta alla reputazione crescente acquisita dai prodotti per prestazioni e affidabilità favorì ben presto la nascita di nuovi modelli come l’integrato IS 400 dagli ingressi predisposti per la massima flessibilità di collegamenti o il compatto preamplificatore miscelatore PS 05 per impieghi professionali, che fu presentato nel 1973 al Consumer Electronic Show di Chicago, esaminato e ammirato da decine di tecnici e operatori commerciali e fotografato in particolare dai giapponesi.


Erano quelli gli anni nei quali l’Alta Fedeltà venne scoperta da un pubblico più ampio e Revac propose l’ampia gamma di integrati della serie Classic, col suono impeccabile dei professionali ma a costi sorprendentemente contenuti grazie alla accurata progettazione e agli importanti lotti di produzione.

A questi seguirono i componenti della serie UP 500 e TA 1200, i primi a beneficiare delle ricerche Revac, che portarono alla scoperta e all’eliminazione della subdola distorsione di intermodulazione.


Oggi sono ancora funzionanti una grande quantità di apparecchi Revac che soddisfano le esigenze di ascolto di un’intera generazione di amanti della musica e della tecnologia e, visto che sono stati pensati per durare nel tempo, quasi certamente anche di quella successiva.

  • Revac Catalogo

    Foto di: John Doe

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