Si poteva pensare che dei giovani tecnici appassionati di automobili e di riproduzione Hi-Fi della musica non si cimentassero anche nello sviluppare dei sistemi in grado di sostituire il povero suono delle autoradio di allora e garantire in strada le stesse emozioni offerte da un buon impianto Hi-fF di casa?
E così nella seconda metà degli anni ‘70, dopo lunghe sperimentazioni su una vasta tipologia di vetture, nacque tutta una serie di componenti elettronici, meccanici ed elettroacustici accompagnati da precise istruzioni e prescrizioni di montaggio che permettevano di ottenere all’interno dell’abitacolo su un ampio e lineare spettro di frequenze delle distorsioni ridottissime pur con livelli acustici che raggiungevano la soglia del dolore. E ciò fu possibile grazie al nascere su tutto il territorio di una quantità di installatori specialisti professionali coi quali si instaurarono amichevoli rapporti e veniva naturale scambiarsi reciprocamente pareri tecnici, informazioni sulle esigenze degli utenti, giudizi sui risultati ottenuti, utili per la creazione dei prodotti che venivano immessi sul mercato ed il loro continuo perfezionamento.
Oltre alle soluzioni circuitali e ai componenti tradizionalmente impiegati per l’amplificazione Hi-Fi degli ambienti di ascolto tradizionali si evidenziò ben presto la necessità di creare apparecchi e accessori particolari che risultavano utili per risolvere i problemi che nascevano dalla varietà delle forme degli abitacoli, dai limiti imposti per gli spazi ridotti e dai materiali dei rivestimenti. Ad esempio, gli amplificatori multicanale si dimostrarono preziosi per livellare agevolmente l’equilibrio di frequenze che variava sensibilmente da vettura a vettura a causa delle diverse collocazioni obbligate degli altoparlanti e dal coefficiente di assorbimento delle superfici.
Di conseguenza era d’obbligo l’impiego di filtri elettronici, che diventarono sempre più complessi per poter consentire, in fase di linearizzazione della resa acustica, la variazione sia dei singoli livelli di uscita delle bande sia dei valori delle frequenze sia delle loro pendenze di taglio.
Il lungo catalogo Revac si arricchì ben presto di amplificatori di varie potenze, di filtri attivi e passivi, di un’ampia gamma di altoparlanti di diverse dimensioni e tipologie, mascherine, supporti, morsetti, cavi e tutto quanto necessitava ad un buon installatore per donare nell’automobile lo stesso piacere di ascolto che si ha negli ambienti dei concerti.
Negli anni seguenti i costruttori hanno migliorato sensibilmente le qualità acustiche degli impianti delle loro auto offrendo anche come optional dei sistemi griffati da marchi storici dell’alta fedeltà, ma chi ha avuto o ha tuttora un impianto Revac montato da un buon installatore sa che questo è tutto un’altra cosa e con lui lo confermano tutti quelli che hanno un buon orecchio abituato all’ascolto della musica dal vivo.
Foto di: John Doe
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